Gli eventi sociali, culturali ed ecclesiali che si sono registrati in questi ultimi tempi oltre a richiedere vigilanza e attenzione da parte delle singole persone e delle diverse Istituzioni, nello stesso tempo, interrogano le coscienze al fine di operare un sereno discernimento di quanto accade e di quanto potrebbe ancora accadere. In questo contesto, trova spazio, tra gli altri ambiti di sapere, la riflessione teologica che, in quanto sapere critico della fede, è chiamata, non solo a situarsi dell’agorà dello spazio pubblico, ma anche a offrire criteri per una comprensione e interpretazione dei fenomeni in atto e per una valutazione serena delle dinamiche religiose, sociali, culturali e politiche che investono in quotidiano vivere degli uomini e delle donne nel tempo attuale. Con la consapevolezza che la fedeltà a Dio e all’uomo è una dimensione imprescindibile del vivere e «dire» la fede oggi, la riflessione teologica coglie il senso delle cose con la prospettiva della rivelazione in Cristo Gesù il quale è la «buona notizia» della realizzazione piena dell’umano e della convivenza umana realizzata. Anche la riflessione teologica offre, dunque, il suo contributo per la concrezione della «civiltà dell’amore» nella quale fraternità, giustizia e solidarietà sono gli operatori che consentono a tutti gli uomini e le donne di sedere alla «mensa della creazione», oltre ogni appartenenza e determinazione. I saggi presentati in questo numero di Ricerche Teologiche, sono una testimonianza dell’attenzione ai «segni dei tempi» che, implicando responsabilità del pensare e dell’agire, chiedono di essere accolti, significati e rimodulati in un contesto che ha bisogno non di «profeti di sventura» ma di «portatori di speranza».
Il sapere teologico, infatti, tramite la ridefinizione del suo statuto epistemologico e dei suoi linguaggi, nell’oggi e per il futuro, è in grado di offrire interpretazioni significative dell’umano e, conseguentemente, è nelle condizioni di contribuire a gettare una luce su come possano essere comprese le domande e le attese fondamentali degli uomini e delle donne del tempo attuale, configurandosi, legittimamente, anch’esso, quale prospettiva di articolazione del senso antropologico e delle molteplici e variegate relazioni che caratterizzano l’umano stesso.
Anche questo numero di Ricerche Teologiche si fa carico di questo imprescindibile compito del teologare e la strutturazione del volume, testimonia eloquentemente di tale impegno che non solo è dialogico, ma anche interpretativo, comprensivo ed espressivo.
Infatti, con una sezione monografica, che occupa la quasi totalità del numero, intitolata, La Chiesa che verrà… Primo Seminario Metodologico SIRT, presenta i contributi che sono stati condivisi al Primo Seminario metodologico SIRT, che si è tenuto a Roma dal 28 al 30 luglio 2015, presso la Casa Papa Giovanni XXIII delle Suore Francescane Angeline, in preparazione del nuovo percorso di ricerca che vedrà impegnata la SIRT nei prossimi anni, del quale è stato redatto un ampio resoconto da parte di Clara Aiosa, sia nel numero 2/2015 di Ricerche Teologiche, sia nel Sito web della SIRT. Infatti, dopo il lungo percorso di ricerca sul simbolo della fede, che si è concluso nel 2013 con la ri-scrittura del Simbolo apostolico, la SIRT si assegna un altro importante percorso di ricerca, dedicato al mistero della Chiesa, nella consapevolezza che le sue forme hanno oggi più che mai bisogno dell’incessante «restauro» dello Spirito. L’obiettivo, come già precisato nella presentazione del numero 2/2015 di Ricerche Teologiche, é dare operatività a quella riforma della Chiesa che il Concilio Vaticano II ha ampiamente inaugurato e auspicato e rendere concrete le continue sollecitazioni che provengono dal magistero di papa Francesco.
Nel saggio di presentazione, Mary Melone, presidente della SIRT, indica e spiega le ragioni del percorso di ricerca e di riflessione. Per Mary Melone, «parlare di Chiesa che verrà, infatti, significa esprimere non solo la consapevolezza teorica della sua permanente condizione di incompiutezza ma, ancor di più, significa affermare che la grandezza e la bellezza di ciò che essa è chiamata a essere, e cioè sacramento di salvezza e di unità, sacramento della divina misericordia, è sempre oltre ciò che essa realmente è, e questo le impone un dinamismo di costante novità.
Allo stesso tempo, parlare di Chiesa che verrà significa dire che il nostro sguardo è carico di un’attesa che non rimanda a un futuro indefinito, ma è aperta a un’attuazione possibile, vicina, reale; in definitiva, parlare di Chiesa che verrà significa fare appello all’azione dello Spirito, invocarla, perché con la sua opera di metacosmesis lo Spirito renda bella la sua Chiesa, bella di quella bellezza autenticamente comunionale che riflette in modo privilegiato la bellezza divina».
Per presentare le ragioni di questo percorso, Mary Melone offre «un’essenziale ricostruzione delle motivazioni che hanno spinto il comitato scientifico a questa scelta, perché tutti i membri della SIRT possano sentirsene coinvolti», focalizza «l’attenzione sui presupposti del percorso, con qualche semplice considerazione sulle istanze di riforma a cui si fa riferimento nell’attuale contesto ecclesiale» e conclude «con un rilancio di alcune possibili ragioni che giustificano l’apertura di questo nuovo cantiere di ricerca e di confronto» da parte della SIRT, che in questo ultimo periodo sperimenta e accoglie, in fedeltà ai suoi dispositivi fondativi e statutari, nuove richieste di adesioni da parte di qualificati studiosi, specialmente, giovani.
Il contributo di Cettina Militello, intitolato Istanze di riforma ieri e oggi. Un percorso tra personaggi eventi e testi…partendo dalla costatazione che tutto il II millennio è percorso dell’istanza della reformatio et renovatio ecclesiae, con la dichiarata esplicitazione in capite et in membris, per cui diversi concili includono tra i loro temi la riforma, anche se da un certo momento essa pare non toccare più la globalità del corpo ecclesiale ma l’assetto operativo della curia romana, mette in evidenza la necessità di prestare particolare attenzione alle simmetria e asimmetria tra il Concilio di Trento e il Vaticano II, tra la riforma conseguente il Concilio di Trento e quella promossa dal Vaticano II, al fine di acquisire il Concilio Vaticano Il fondamentalmente come concilio di riforma. Siccome così lo intese Giovanni XXIII, per l’Autrice si tratta del concilio di riforma per il nostro tempo che pone mano all’assetto della Chiesa e la rivede teologicamente e operativamente nei suoi quattro ambiti fondamentali: la Liturgia, la Scrittura, la Chiesa stessa, il rapporto Chiesa-Mondo.
L’indagine sviluppata da Fabrizio Bosin, intitolata Appunti per una ricostruzione storico-critica dei testi, eventi e proposte della riforma della Chiesa dal Concilio Vaticano II a oggi, presenta in modo sintetico le proposte per una riflessione e una prassi di riforma all’interno della Chiesa cattolica. Il primo passo è il rimando alle proposte di riforma presentate tramite le opere di Antonio Rosmini e di Yves Congar e variamente recepite dal magistero. L’interesse centrale è tuttavia costituito dalla proposta complessiva avvenuta attorno al Concilio Vaticano II, a partire dalle attese suscitate dal suo primo annuncio. Lasciando ad altri contributi lo studio del Concilio in sé, il saggio segue la sua traccia nel primo periodo successivo alla sua conclusione, fino al 1985. I contributi successivi, fino a oggi, vengono poi suddivisi in una tensione tra lettura «normalizzante» del Vaticano II e il recupero del suo «spirito» originario.
Il saggio di Carmelo Dotolo, intitolato Riforma ecclesiologica e paradigmi storico-sociali. Per un iniziale status quaestionis, nel sottolineare che la questione della riforma è una costante nella storia della Chiesa, nel precisare che essa è «alla base dell’evento del Vaticano II, la cui profezia ermeneutica sta nell’individuare una differente architettura teologica e una sapiente riforma ecclesiologica, al fine di ridelineare i tratti dell’identità cristiana»,e nel far rilevare che la necessità della riforma è «rintracciabile nella riproposizione della categoria di evangelizzazione, la cui semantica allude all’intuizione di una scelta che coglie le attese e le illusioni di un impianto socio-culturale segnato da una cesura con gli orizzonti di senso del vangelo; scelta che, di conseguenza, ritiene rilevante ri-attivare processi di annuncio che partecipino con passione alla ricerca umana, consapevole della ineliminabilcìe fatica di ridefinire la relazione tra cultura e vangelo», dopo aver correlato il tema della riforma con l’ordinarietà della crisi, individuato l’emergere di modelli interpretativi relativi all’esigenza di riforma, analizzato alcuni paradigmi storico-sociali di riforma, offrendone alcuni elementi interpretativi, delinea le istanze per una riforma ecclesiale, individuando alcuni luoghi significativi di praticabilità operativa. L’Autore conclude il saggio manifestando la convinzione che «il cambiamento messo in atto dal Vaticano II circa l’autocomprensione dell’identità ecclesiale è un elemento prezioso perché il problema della riforma possa trasformarsi in opportunità per rivitalizzare la novità dell’annuncio cristiano».
Nel suo saggio Gianluca Montaldi, intitolato Linee teologiche per un concetto di riforma partendo dal tentativo di esplicitare il significato teologico del concetto di riforma, suddivide e articola la questione su diversi livelli: il livello della mediazione teologica, ponendosi il problema se si può fare una teologia della riforma senza una riforma della teologia; il livello dei modelli o dei paradigmi teologici, cercando di individuare quali modelli teologici possono essere utilizzati per pensare la riforma; infine, il livello terminologico, ipotizzando quale nome dare alla riforma da un punto di vista teologico. Per l’Autore, ciascuno di questi livelli ha una propria importanza e aiutano a comprendere perché non si possa parlare di riforma solamente fermandosi al cambiamento di una struttura superficiale.
Nella sezione Studi, il contributo di Massimo Naro, intitolato Teologia del popolo, teologia dal popolo: una chiave di lettura del magistero di papa Francesco, nel mostrare che la cosiddetta teologia del popolo esprime l’orizzonte culturale in cui si è formato, all’indomani del Concilio Vaticano II, Jorge Mario Bergoglio in Argentina, mette in evidenza che essa si sviluppa almeno secondo tre profili: come un’eccclesiologia, come una teologia pratico-pastorale, come una teorica della religione. In questa triplice prospettiva, la teologia del popolo si propone non solo come una riflessione teologica che abbia a tema il popolo, ma anche come una sorta di conoscenza sapienziale – in cui fede e cultura si intrecciano strettamente – elaborata da parte del popolo stesso, e in quanto tale, può costituire criterio interpretativo per dare vita a processi di riforma al fine di delineare il volto della Chiesa che verrà.
Nella sezione Resoconti Salvatore Falcone, con un contributo intitolato Il Concilio Vaticano II e le Chiesed’Italia. Sul ruolo dell’Azione Cattolica italiana nella recezione del Vaticano II, da conto di un convegno, promosso dall’Azione cattolica italiana, che si è svolto a Roma intorno alla recezione del concilio Vaticano Il, nel quale è stato illustrato il rapporto tra l’Associazione, il concilio e i.vescovi delle diocesi italiane, e sono stati evidenziati i primi elementi teologici della recezione circa la riforma liturgica, la dimensione biblica della catechesi, la spiritualità della famiglia e il ruolo dei cattolici nella vita sociale e politica.
Chiudono il numero, come sempre, le consuete rubriche delle Recensioni e dei Libri ricevuti, a testimonianza del fatto che ogni ricerca necessita sempre del contributo di tutti e del confronto e dialogo tra tutti.
INDICE
Monografica: La chiesa che verrà…
Primo Seminario Metodologico SIRT
Mary MELONE, La chiesa che verrà. Le ragioni di un percorso
Cettina MILITELLO, Istanze di riforma ieri e oggi. Un percorso tra personaggi eventi testi
Fabrizio BOSIN, Appunti per una ricostruzione storico-critica di testi, eventi e proposte sul tema della riforma della Chiesa dal Concilio Vaticano II a oggi
Carmelo DOTOLO, Riforma ecclesiologica e paradigmi storico-sociali. Per un iniziale status quaestionis
Gianluca MONTALDI, Linee teologiche per un concetto di riforma
STUDI
Massimo NARO, Teologia del popolo, teologia dal popolo: una chiave di lettura del magistero di papa Francesco
RESOCONTI
Salvatore FALZONE, Il concilio e le Chiese dì’italia. Sul ruolo dell’Azione cattolica italiana nella recezione del Vaticano II
RECENSIONI
Calogero CALTAGIRONE, Henriksen Jan-Olav, Finitezza e antropologia teologica. Un’esplorazione interdisciplinare sulle dimensioni teologiche della finitezza, Edizioni italiana a cura di Andrea Aguti, Queriniana, Brescia 2016.
Paolo FONTANA, Luigi Lazzerini, Teologia del Miserere. Da Savanarola al Benedficio di Cristo, Rosenberg & Sellier, Torino 2013.
Franco VERDONA, Rossella Roberto, Le liturgie celesti dei capitoli 4 e 5 dell’Apocalisse: criteri ermeneutici di interpretazione, Pavia University, Pavia 2015.