• 26 Febbraio 2013

Ricerche teologiche 2/2013

Questo numero 2/2013 di Ricerche Teologiche viene pubblicato dopo una serie di eventi che hanno caratterizzato in modo determinante la vita della Chiesa e la riflessione teologica di questi ultimi mesi del 2013. La pubblicazione dell’enciclica Lumen Fidei e dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, la chiusura dell’Anno della fede, e, per quanto riguarda la Società Italiana per la Ricer- ca Teologica (SIRT), la celebrazione del Simposio conclusivo, tenutosi il 24 ottobre scorso, nella cornice dei Musei vaticani, sul progetto di ricerca, che è partito nel 2000, dedicato al Ri-dire il Simbolo di fede oggi, del quale, nel tempo, è stato studiato articolo per articolo il testo del Simbolo apostolico, di cui sono testimonianza i Simposi che la SIRT ha celebrato dal 2000 al 2013, le relative pubblicazioni degli Atti presso le EDB di Bologna, le cronache e gli approfondimenti pubblicati nella Rivista Ricerche Teologiche. Tutti eventi questi, che, tra gli altri, hanno messo in evidenza un tratto comune. Quello della dimensione pubblica del credere, in quanto nessuno può esigere, come scrive papa Francesco nella Evangelii gaudium, al numero 183, «da noi che releghiamo la religione alla segreta intimità delle persone, senza alcuna influenza sulla vita sociale e nazionale, senza preoccuparci per la salute delle istituzioni della società civile, senza esprimerci sugli avvenimenti che interessano i cittadini».

È, infatti, all’interno di questa contestualità che prendono forma la ricerca e il pensare teologico, in quanto è in rapporto alle odierne situazioni antropologiche e sociali che si può riuscire a meglio comprendere la ricchezza del rapporto dell’uomo con Dio e la rilevanza della significatività dell’offerta della salvezza di Dio all’uomo. In questo modo lo sforzo di chiarificazione che la teologia mette in campo, costituisce non solo una diversa possibilità di orientare verso una visione più ricca e più aperta dello stare dell’uomo al mondo, ma anche una concreta opportunità di vivere l’esperienza cristiana nella fedeltà a Dio e nella fedeltà all’uomo.
Gli studi presentati in questo numero della Rivista, nella loro diversità di approcci e secondo le sensibilità personali dei singoli autori, offrono un contributo significativo in tal senso.

Giuseppe De Virgilio nel saggio intitolato Il sacerdozio regale (basìleion hieráteuma) e la sua interpretazione biblico-teologica, studia la natura biblico-teologica dell’espressione «sacerdozio regale» (basìleion hieráteuma), evidenziando l’importanza del suo impiego e l’evoluzione del suo significato nell’Antico al Nuovo Testamento. L’analisi propone un itinerario in sei punti che cerca di esplicitare: il significato originario dell’espressione «regno di sacerdoti» (mamleket kohanîm); lo sviluppo della teologia postesilica; la novità del sacerdozio di Gesù Cristo; gli aspetti della teologia paolina; l’espressione «Hieráteuma agìon/basìleion hieráteuma» in 1Pt 2,1-10; l’impiego di «Basiléia/hieréis» in Apocalisse. Tra le diverse prospettive, lo studio fa emergere l’essenziale natura «sacerdotale» della partecipazione del credente e dell’intera comunità cristiana al mistero di Cristo, il ruolo centrale della Chiesa nell’unica missione del vangelo e il valore della testimonianza e del servizio nei riguardi dell’umanità.

Gianfranco Calabrese, nel saggio La santità del credente nell’annuncio salvifico e missionario della Chiesa «Se conoscessi il dono di Dio» (Gv. 4,10), cerca di delineare il valore antropologico, teologico e sociale della santità, superando qualsiasi riduzione spirituale e ascetica. Secondo l’Autore, le preoccupazioni di santità di ogni essere umano, di ogni credente, in qualsiasi campo e aspetto della sua vita, devono tenere in conto che la santità, prima di tutto, è dono gratuito di Dio, che chiede la libera risposta dall’uomo. La santità cristiana, infatti, è possibile solo grazie alla incarnazione del Figlio di Dio, alla sua Pasqua e lo Spirito Santo. Ecco perché l’Autore sottolinea che tutta la Chiesa è santa, fraterna, carismatica e missionaria, comunità salvata dalla Pasqua del Signore, grazie allo Spirito Santo. In tal modo la santità è l’origine del mistero della Chiesa e del modo in cui il discepolo è salvato come credente battezzato. Questo vuol dire che si tratta di una chiamata fede per prendere parte della vita santa della vita trinitaria di Dio, nel dono soprannaturale dello Spirito Santo, mediante il Battesimo, l’Eucaristia, la Cresima. Santità che dà vita alla Chiesa, popolo di Dio, corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo. Essa si realizza all’interno dello spazio sacro della coscienza dell’uomo e nello spazio-tempo della comunità cristiana, chiamata a dare testimonianza del disegno salvifico di Dio. In ultimo, l’Autore cerca di superare qualsiasi chiusura spirituale, individuale e riduzione alla visione neo-pelagiana e utilitaristica della santità. Egli mostra che la dimensione della santità evangelicamente concretata implica una vocazione teologica e una visione politica, attenta alla comunità e alimentata dalla speranza della Pasqua.

Martín Carbajo Núñez, ofm, nel saggio I principi della Dottrina Sociale della Chiesa. Una lettura dalla prospettiva della libertà, mette in evidenza che i principi della Dottrina Sociale della Chiesa [=DSC] costituiscono una espressione di libertà e gratuità. Nella prima parte l’Autore analizza la libertà come qualità essenziale della persona umana e chiave interpretativa di tutto ciò che esiste. A tal proposito fa notare che la tradizione francescana ha affermato con particolare chiarezza questa linea di pensiero. Dio è amore, cioè un essere assolutamente libero e disinteressato. Creato a sua immagine, l’uomo non è inevitabilmente egoista (homo homini lupus), come presuppone l’ideologia liberale, ma un frutto gratuito della libertà divina e, pertanto, un essere intrinsecamente sociale, libero e creativo.

Miguel Delgado Galindo, nel saggio La recezione del Concilio Vaticano II nei movimenti ecclesiali, intende riflettere su come i movimenti ecclesiali hanno accolto l’insegnamento del Concilio Vaticano II. Il Concilio ha contribuito alla riscoperta della dimensione pneumatologica della Chiesa, all’interno di una rinnovata ecclesiologia di comunione. Ciò ha portato a riconoscere il valore dei carismi, intesi come doni concessi dallo Spirito Santo per l’edificazione di tutta la Chiesa, insieme con la Parola di Dio, i sacramenti e le virtù. Il Concilio, inoltre, ha dedicato una particolare attenzione ai carismi ordinari, come quelli ricevuti dai fondatori di movimenti ecclesiali. All’interno di queste attenzioni, l’Autore considera in particolare il modo in cui i movimenti ecclesiali hanno accolto due insegnamenti fondamentali forniti dal Concilio: la chiamata universale alla santità per tutti i fedeli, e la partecipazione alla missione evangelizzatrice della Chiesa.

Pietro Cognato, nel saggio “Le generazioni future”. Una categoria morale del discernimento ecclesiale, all’interno di una cornice ecclesiologica ben delineata, spiega il senso del continuo e significativo intervento della Chiesa in ambito morale. Di fronte alle problematiche etiche sollevate nei diversi contesti che hanno come oggetto la vita degli uomini e del pianeta intero, la Chiesa non può rimanere estranea e muta. In particolare, alla luce di un discernimento ecclesiale, l’Autore focalizza l’attenzione che la Chiesa pone nei confronti di quei contesti che rimandano in un modo o in un altro a quella categoria che qui viene definita delle generazioni future, intersecando i contesti operativi riguardanti la clonazione, le cellule staminali, la diagnostica genetica.

Francesco Franco, nel saggio Essere e libertà. Personalismo e antipersonalismo in Luigi Pareyson, si concentra sullo sviluppo del pensiero di Pareyson che si è affermato, sino agli anni ’70, come un’originale ermeneutica personalistica. Successivamente la svolta prodotta dal rinnovato interesse pe Schelling ha sensibilmente modificato quella prima impostazione. Il presente lavoro instaura un percorso comparativo tra lo sviluppo del personalismo e la riflessione successiva, attraverso tre importanti contributi, il primo dei quali, alla fine degli anni ’50, sintetizza alcuni caratteri salienti del personalismo ontologico. Lo sviluppo delle questioni teoretiche è affidato a due importanti corsi dedicati al rapporto tra Essere e libertà, rispettivamente del 1970 e del 1983. Le differenze tra i due scritti offrono una testimonianza fondamentale per comprendere lo slittamento del pensiero di Pareyson, dal personalismo partecipazionista a un’ontologia della libertà prossima a un libertismo razionalista, esito conclusivo del suo itinerario.

Massimo Naro, nel saggio intitolato Cogitando somniare: la reversibilità come sintassi della verità in Leonardo Sciascia, pensa che una chiave di lettura dell’intera opera di Leonardo Sciascia possa essere il concetto di “reversibilità” della verità, illustrato dallo scrittore siciliano in una sua novella del 1973. Difatti, la reversibilità ha – in molte altre pagine di Sciascia – varie declinazioni. Per esempio, è declinata come contrappasso e come rovesciamento delle situazioni, oppure come impostura che si trasfigura in congettura. La verità, in tal senso, ha un profilo polare che mette insieme ciò che è dichiarato e ciò che è taciuto: è dosaggio dei contrari, reciprocità di elementi che dovrebbero di per sé escludersi a vicenda. O, detto altrimenti, è ri-velazione, rimozione cioè del velo e al contempo nuovo velamento. Ecco perché lo stesso Sciascia parlava di “cattolica” reversibilità, facendo riecheggiare nei suoi scritti sant’Agostino e Pascal.

Jacques Bakina, nel saggio Oltre l’Assoluto e l’Opera: il Finito come espressione dell’ambiguità nell’uomo. Uno sguardo sulla Logique de la philosophie di Éric Weil, nel registrare che la scoperta e la traduzione della libertà come concetto di autoriferimento provoca nell’uomo soprattutto moderno scombussolamento di ordine prettamente intellettuale e di profondo disagio e lo pone in una situazione assurda che è quella di voler liberarsi, con un atto di rifiuto o di biasimo testimonio della sua dignità, di ogni attenzione a prospettive oltrepassanti per realizzare l’avvenimento dell’assoluta signoria dell’umano, per cui questa attitudine impropria, incastrandolo, lo consegna alle sue incongruenze, trova, nella riflessione di Éric Weil, una categoria interpretativa di questa condizione esistenziale. Infatti, la categoria del “Finito” nella Logique de la philosophie di Éric Weil esaminata in questo saggio esprime in maniera eloquente ma inquieta questo intricato status. Essa indica l’uomo, solo, libero, di una libertà umana, che aspira senza mai raggiungere, e che sa di non poter raggiungere e non lo vuole neanche perché si accontenta di cercare la consolazione nella dimenticanza. Questo dimostra che l’uomo è un essere che necessariamente fa i conti con la possibilità dell’errore, è votato alla parvenza, è itinerante, è prodotto della storia ed essendo plasmato di temporalità necessità di un riferimento trascendente per dare segno compiuto alla sua esistenza.

Alviero Niccacci, nel saggio La vita oltre la morte dall’Antico al Nuovo Testamento Un percorso di teologia biblica, che è il contributo di riflessione offerto dall’Autore in occasione del Simposio SIRT che si è tenuto a Gerusalemme nel 2010 sull’articolo del Simbolo apostolico Credo la risurrezione della Carne, la vita eterna, i cui Atti sono stati pubblicati a cura di Carmelo Dotolo e Giovanni Giorgio nel 2013, mette in evidenza che la questione della vita dopo la morte è uno dei temi più complicati che incontriamo quando leggiamo o preghiamo l’Antico Testamento. Attraverso un percorso molto lungo e difficile è possibile rilevare che si passa da una visione incerta e piuttosto negativa sulla sorte dell’uomo dopo la morte nei primi scritti dell’AT, a una visione chiara della sorte del giusto e dell’empio negli scritti più recenti, sempre dell’AT, e infine nel NT si passa alla visione di Gesù risorto, del suo corpo che passa dal disfacimento della morte in croce al rinnovamento della risurrezione, e questo diventa il fondamento sicuro della fede nella risurrezione dell’umanità, credenti e non credenti.

Una brevissima Cronaca SIRT relativa alla celebrazione del Simposio conclusivo, tenutosi il 24 ottobre scorso, nella cornice dei Musei vaticani, sul Ri-dire il Simbolo di fede oggi, una nutrita Sezione dedicata alle Recensioni e la Rubrica Libri ricevuti chiudono questo fascicolo di Ricerche Teologiche, il quale anche questa volta intende rendere ragione di un pensare teologico interdisciplinarmente e trasdisciplinarmente configurato, articolato ed aperto alle emergenze delle istanze culturali odierne in vista di un discernimento credente dell’umano pensare e del suo concreto manifestarsi.

 

PRESENTAZIONE

STUDI
Giuseppe DE VIRGILIO, Il «sacerdozio regale» (basìleion hieráteuma) e la sua interpretazione biblico-teologica
Gianfranco CALABRESE, La santità del credente nell’annuncio salvifico e missionario della Chiesa: «Se conoscessi il dono di Dio» (Gv 4,10)
Miguel DELGADO GALINDO, La recezione del concilio Vaticano II nei movimenti ecclesiali
Martín CARBAJO NÚÑEZ ofm, I principi della dottrina sociale della Chiesa. Una lettura dalla prospettiva della libertà
Pietro COGNATO, Le generazioni future. Una categoria morale del discernimento ecclesiale
Francesco FRANCO, Essere e libertà: personalismo e antipersonalismo in Luigi Pareyson
Massimo NARO, Cogitando somniare: la reversibilità come sintassi della verità in Leonardo Sciascia
Jacques BAKINA, Oltre l’Assoluto e l’Opera: il Finito come espressione dell’ambiguità nell’uomo. Uno sguardo sulla Logique de la philosophie di Éric Weil

RIDIRE IL SIMBOLO DI FEDE OGGI. APPROFONDIMENTI
Alviero NICCACCI, La vita oltre la morte dall’Antico al Nuovo Testa- mento: un percorso di teologia biblica

CRONACA SIRT
Giovanni GIORGIO, Simposio conclusivo «Ri-dire il simbolo della fede oggi», Musei vaticani 24 ottobre 2013

RECENSIONI
Giuseppe ACCORDINI, G. Pasquale (a cura di), Ritorno ad Atene. Studi in onore di Umberto Galimberti, Carrocci Editore, Roma 2012, pp. 608
Calogero CALTAGIRONE, C. Böttigheimer, Le difficoltà della fede. Ri- flessioni teologiche su problematiche di fede ed esperienze ecclesiali, Queriniana, Brescia 2013
Calogero CALTAGIRONE, H. Joas, La fede come opzione. Possibilità di futuro per il cristianesimo, Queriniana, Brescia 2013
Paolo FONTANA, Valdismo Mediterraneo tra centro e periferia: sulla storia moderna dei valdesi di Calabria, a cura di Renata Ciaccio e Alfonso Tortora, Viva Liber edizioni, Nocera Inferiore 2012
Pietro COGNATO, L. Messinese, Armando Carlini, Lateran University Press, Città del Vaticano 2012, pp. 278
Pietro COGNATO, Ch. Ferraro, Cornelio Fabro, Lateran University Press, Città del Vaticano 2012, pp. 350
Rocco GUMINA, G. Mannion, Chiesa e postmoderno. Domande per l’ecclesiologia del nostro tempo, EDB, Bologna 2009, pp. 311
Rocco GUMINA, R. Pezzimenti, Persona società Stato. Rosmini e i cat- tolici liberali, Città Nuova, Roma 2012, pp. 327
Rocco GUMINA, D. Petti, Dialogo sulla politica con Benedetto XVI, Lateran University Press, Città del Vaticano 2013, pp. 561

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