• 29 Aprile 2017

Le donne e la riforma della Chiesa

Il volume raccoglie i contributi del XIII colloquio dell’Istituto “Costanza Scelfo” per i problemi dei laici e delle donne nella Chiesa, su Le donne e la riforma della Chiesa, svoltosi a Roma dal 27 al 29 aprile 2017.

Il 500 centenario della Riforma Luterana, e il ripetuto appello alla riforma che, su esplicite sollecitazioni di Papa Francesco, pare caratterizzare l’orizzonte presente della Chiesa cattolica, suggerisce di accostare il tema anche nella prospettiva delle donne e della loro capacità utopica, progettuale e operativa. La scansione delle sessioni, elaborata dal Comitato Scientifico del Colloquio (F. Bosin, C. Militello, S. Noceti, M. Perroni), vuole suggerire un percorso di conoscenza e assunzione di soggettualità.

 “Sognare la Riforma” fa spazio innanzitutto alle elaborazioni utopiche, letterarie ed effettive. La città delle donne è tale non solo nella utopia di Cristina de Pizan ma anche nei beguinage, nei monasteri fortemente impregnati da una idealità di autonomia e coltivazione della soggettualità delle donne.  A seguire l’attenzione alle cosiddette “donne della Riforma”, cattoliche o protestanti che si siano poi dichiarate, si pensi alle donne che hanno accompagnato i riformatori, ma anche a Vittoria Colonna e le altre sue contemporanee. La comunicazione sulle donne nel movimento modernista ha il sapore di riacquisire l’ansia di rinnovamento che le ha animate.

 “Riforme nella Chiesa” vuole mettere a fuoco quelle donne che oggettivamente hanno auspicato o operato, in un modo o nell’altro, una reformatio ecclesiae. Da qui l’attenzione alle donne del ME (sino a Caterina da Siena e Brigida di Svezia), alle riformatrici della vita religiosa femminile d’età moderna (A. Merici, Mary Ward, Teresa d’Avila), alla suggestione femminista a cui fa riferimento la comunicazione relativa alla “Chiesa delle donne”.

“Riforme per la Chiesa” intende mettere a fuoco l’innovazione propria al passaggio alla vita attiva e dunque alla vita religiosa femminile fuori dalla clausura, e altresì valutare l’impatto socio-culturale-religioso dell’associazionismo femminile e finalmente fare emergere le ministerialità di fatto. Da qui la comunicazione sui modelli che l’hanno ultimamente espressa: le ausiliarie e le cooperatrici diocesane.

 Con “Riforme di Chiesa”, trasversalmente, ci si ripropone una valutazione critica dell’esperienza di riforma ipotizzata e messa in atto da donne, nella doppia angolazione dell’istanza carismatica di conversione (M. Maddalena de’ Pazzi, ad es.) e dell’istanza di trasformazione strutturale (l’apporto concreto delle donne al dibattito sulla riforma).

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