PRESENTAZIONE
Negli ultimi tempi sono, ormai, abbastanza evidenti le questioni che si pongono alla ricerca teologica. Esse riguardano l’interpretazione e la comprensione del significato e della rilevanza dell’esistere della comunità cristiana nei contesti della odierna effettualità storico-culturale. Tali questioni impongono, pertanto, alla ricerca teologica la necessità di sviluppare la propria riflessione non a partire da aride, anche se esperte, forbite disquisizioni condotte a tavolino e meramente intellettuali, le quali, nella migliore delle ipotesi, potrebbero contribuire a produrre approfondimenti di carattere dottrinale che, però, con difficoltà inciderebbero nella vita concreta delle persone alle prese con la trasformazione della loro mentalità e della loro coscienza.Ma richiedono un atteggiamento di ascolto e di attento discernimento, pur nella provvisorietà della contingenza storica, che si svolge in un doveroso e impegnato rispetto della «fedeltà» alla Parola che guida a riconoscere con grande sincerità e semplicità quella «compagnia» della fede che illumina il senso di ogni uomo e della sua stessa storia. Questo significa che l’attualità dei «contesti» si presenta e si offre alla ricerca teologica non esclusivamente come un dato da riconoscere oggettivamente ed empiricamente. Essa, inevitabilmente, va compresa e interpretata, perché, attraverso questo processo di interpretazione e comprensione, è possibile cogliere la profondità del mistero cristiano nel suo rapporto con il luogo culturale, all’interno del quale è chiamato ad incarnarsi e a rendersi significativo. Ciò comporta che l’esperienza della comunità cristiana non può essere costruita al di fuori di una forte e autentica consapevolezza storica. Il Concilio Vaticano II, infatti, non ha delineato una figura di Chiesa separata, dirimpettaia al mondo o concorrente, competitiva, autonoma, bensì una comunità viva, inserita nella storia, nuovo popolo tra i popoli e nei popoli, solidale con la storia degli uomini. Una comunità che assume un accadere e un pensare storico, aperti alla ricerca, dinamici, attivi, accoglienti del «plurale» e di ogni frammento di verità e di ogni esperienza umana significativa.
Raccogliere l’eredità conciliare, al fine di aiutare la maturazione della coscienza dell’essere «soggetti» nella Chiesa e nella storia, è un compito di cui ancora la ricerca teologica è chiamata a farsi carico, perché le diverse figure dei contesti, caratterizzate da profondi e radicali mutamenti, coinvolgono il pensare, l’agire e il credere dell’uomo modificandone lo sviluppo della coscienza. Ciò, pone l’esigenza di sviluppare una riflessione teologica impegnata nel tentativo di comprendere il senso della realtà dell’esperienza credente, che va sempre colta alla luce delle molteplici trasformazioni, evitando sia il rischio di subire passivamente la complessità di questa trasformazione sia il pericolo di definire sempre in modo generico i problemi che sorgono attorno. Di qui la necessità di conoscere i fattori e i fenomeni che determinano il «contesto» della odierna effettualità storica. Questo, per una maturazione consapevole della difficoltà ad isolare un singolo fenomeno e «contesto» nell’ambito della più generale trasformazione di civiltà.
Tale condizione spinge la ricerca teologica attuale ad avviare percorsi riflessivi «incarnati» e non meramente astratti e formali. Infatti, se da un lato l’esperienza della comunità cristiana, nella odierna effettualità storica, è esposta a molteplici tensioni, a correnti mutevoli, a sistemi divergenti, dall’altro lato, tuttavia, occorre rilevare, anche, che per quanto riguarda il contesto culturale tradizionale essa si trova immersa in una crisi di plausibilità e credibilità. Appunto nell’asse di questa situazione di crisi e di trasformazione culturale è chiamata ad innestarsi la ricerca teologica, che, in tal senso, assume una valenza pubblica. Precisamente, la ricerca teologica può aiutare, in prima istanza, a considerare che la comunità cristiana con difficoltà potrà uscire dalla condizione di crisi se si fa ricorso, poco illuminato, a formule tradizionali, mediante la riproposizione di strategie di adattamento al cambiamento. In seconda istanza, proprio in quanto si pone in un attento ascolto dalle concrete figure dei contesti odierni, induce il pensare la fede ad essere particolarmente attento a leggere le sfide, le provocazioni, le sollecitazioni dei contesti. Un tale pensare comincia, necessariamente, con il pensiero della compagnia dell’umano, con l’obiettivo di indicare il senso dell’esistenza cristiana nell’esperienza della comunità cristiana all’interno dell’odierna effettualità storica, fuggendo, di fatto, dall’astrattismo e dal generecismo per confrontarsi con la realtà che spinge alla concretezza di un credere e agire cristiano veramente significativo, nel rifiuto di ogni deduzione integrista della storia dal Vangelo e di ogni riduzione secolarista del Vangelo alla storia.
I saggi contenuti in questo numero di Ricerche Teologiche, ciascuno secondo le sensibilità e le competenze degli Autori, intendeno contribuire all’esercizio della ricerca teologica, non per mera formalità di scuola, ma per cogliere il senso dell’esperienza umana alla luce della sempre attuale novità del Vangelo.
Il saggio di Gianluigi Pasquale, intitolato Le relazioni trinitarie. Forma rivelativa della misericordia per un’etica dell’umano, mette in evidenza che, nello scenario contemporaneo, è ancora possibile un’autentica vita etica, quale espressione dell’humanum che l’uomo è, soltanto se innervata nel suo fondamento ultimo: quello delle relazioni trinitarie in Dio. L’uomo, infatti, si auto-esperisce nel proprio inesausto bisogno di relazioni con l’altro da sé e nella fattibilità che esse vangano portate a saturazione. Il saggio, a questo proposito, in una prima parte istanzia la verifica per cui, dopo «Dei Verbum», la teologia trinitaria privilegi un approccio storico-salvifico per la conoscenza della costituzione immanente di Dio, amore «detto» tra Padre, Figlio e Spirito Santo. In un secondo momento, la ricerca approfondisce, in maniera del tutto inedita e con uno scavo sulle fonti, la reciproca dipendenza tra Gioacchino da Fiore (1130-1202) e Francesco d’Assisi (1181-1226), teologi della Trinità storico-salvifica ante litteram, pur senza essersi mai incontrati, dipendenza ricentrata cristologicamente dal Dottore Serafico San Bonaventura (1221-1274). Infine, focalizzando la forma di vita assunta del Verbo incarnato, in particolare il suo modo di pregare il Padre nello Spirito, la volontà da lui distesa «in missione» temporale e la modalità di vivere la scansione tripartita del tempo (il «tra» passato, presente e futuro), l’Autore arriva ad affermare che una vita etica, ossia giusta, buona e felice ci è resa ancora oggi accessibile da quella «forma caritatis» inalveata nel tempo dal Figlio di Dio, perché scaturita da Dio che è amore. Misericordia e amore sono a tutt’oggi i dispositivi etici, fondati trinitariamente, che del convivere umano dicono, appunto, la sua convenienza e la sua effettiva possibilità.
Il saggio di Calogero Caltagirone, intitolato Il contributo antropologico di Karl Rahner per la definizione di un «nuovo umanesimo», nel ricordare il trentesimo annivesario della morte di Karl Rahner, mostra che l’esigenza di individuare coordinate specifiche per la definizione di un «nuovo umanesimo», all’interno degli attuali contesti sociali e culturali, implica la necessità di intercettare prospettive significative in grado di dire ancora il senso dell’uomo secondo coordinate antropologiche capaci di coniugare e articolare le molteplici dimensioni dell’umano. La necessità e l’importanza di elaborare un’antropologia, che non si limiti ad elencare fenomenologicamente alcuni frammenti o modalità dell’esistenza, ma, penetrando nelle profondità dell’essere dell’uomo, esplori il suo senso e il suo valore, può, a giudizio dell’Autore, costituire un valido strumento per un dialogo tra le varie forme di umanesimo nella storia e per la definizione di un «nuovo umanesimo», in grado di veicolare una significativa presentazione del senso del compimento umano nella contemporaneità. In questo senso, il riferimento alla riflessione antropologica sviluppata da Karl Rahner, che ha operato quella «svolta antropologica» (antropologiche Wende) nel teologare cristiano, può offrire, secondo l’Autore, alla definizione delle caratteristiche del «nuovo umanesimo» elementi e percorsi idonei a comprendere l’intero dell’umano nella prospettiva di una determinazione di ambiti riflessivi funzionali ad una radicale ristrutturazione dei paradigmi antropologici della modernità e della postmodernità.
Il saggio di Giovanni Giorgio, intitolato Contro il relativismo senza essere assolutisti, nel costatare che il relativismo rappresenta una sfida permanente del pensiero fin dai tempi di Protagora, precisa che esso, tuttavia, oggi, assume maggiore rilevanza, per il fatto di rappresentare l’orizzonte culturale all’interno del quale ci muoviamo. Il saggio intende proporre una via di confutazione del relativismo cercando di cogliere quale sia la sfida alla quale il relativismo chiama: la ridefinizione della razionalità, così come è stata compresa nella Modernità. Da questa prospettiva, a giudizio dell’Autore, la razionalità classica non offre strade possibili, ma solo un pensiero consapevole dei propri limiti, ma che non rinunci alla ricerca di una verità possibile, ma non indefettibile.
Il saggio di Angelo Tumminelli, intitolato Tragedia storica e silenzio di Dio. Le ipotesi teologiche di Hans Jonas e Luigi Pareyson, ritorna sul problema del rapporto tra la presenza del male nel mondo e la volontà divina, che porta a chiedersi perché l’uomo assiste al silenzio della trascendenza di fronte alla tragedia e alla sofferenza della storia. L’Autore analizza e mette in correlazione le ipotesi teologiche di Hans Jonas e Luigi Pareyson, le quali cercano di rispondere a questi interrogativi muovendo da presupposti metafisici diversi. Per Jonas il silenzio di Dio ad Auschwitz è il segno della sua impotenza e della sua incapacità di intervenire nel mondo, per cui le sorti della storia sono affidate alla responsabilità degli uomini e alle loro azioni. Secondo Luigi Pareyson il silenzio divino esprime il coinvolgimento di Dio nella sofferenza, la sua opera di redenzione e il suo sacrificio per la salvezza del mondo. Il saggio ripropone due prospettive che si incrociano dialogando tra loro: l’etica jonasiana della responsabilità e la filosofia cristiana della storia nel pensiero di Luigi Pareyson, con l’intento di offrire una chiave interpretativa al problema del male nel mondo che apre necessariamente ad una considerazione teologica rinnovata del tema del peccato come ermeneutica cristiana al questione del male.
Il saggio di Francesco Franco, intitolato Il giovane Pareyson e le filosofie dell’esistenza, oltre a testimoniare la costante attenzione di Ricerche Teologiche al pensiero di Pareyson, che nel corso degli anni ha pubblicato diversi studi sul filosofo torinese, chiarisce alcune emergenze interpretative finalizzate ad una comprensione globale della riflessione pareysoniana. Infatti, l’Autore, che ha pubblicato di recente una monografia sul filosofo torinese, nel registrare che le recenti interpretazioni critiche hanno accettato la tesi della presenza in Pareyson di una continuità esistenziale profonda tra la fase giovanile della filosofia e l’ultima dedicata all’ontologia della libertà, mette in evidenza che una lettura più accurata mostra l’interesse del giovane Pareyson per le diverse filosofie, al di là della esistenzialismo. Infatti, negli anni giovanili, secondo Franco, la filosofia di Pareyson sembra svilupparsi con un accento vicino alla tradizione dell’ontologia partecipativa cristiana, evoluzione avvenuta attraverso l’attenzione al personalismo e alla metafisica. La conclusione della ricerca dimostra che la profonda relazione tra l’essere e la libertà è stata presente, anche se in modo diverso, in tutta la speculazione di Pareyson e non solo nella riflessione dei suoi ultimi anni di vita, considerata da alcuni interpreti come un punto di svolta del filosofare del filosofo torinese.
Un pensare filosofico e teologico radicato nella concretezza dei problemi umani e nella dinamicita dell’accadere storico, non può non prendere in considerazione anche la valenza politica dell’agire credente.
Da questo punto di vista, il saggio di Rocco Gumina, intitolato, Le radici teologiche e filosofiche del Dossetti politico (1943-1952), nel ricordare che il 2013 è stato l’anno del centenario dalla nascita di Giuseppe Dossetti (1913–1996), e nel precisare che la sua testimonianza credente vissuta da studioso, politico, sacerdote e fondatore di una comunità monastica rappresenta una sorta di coscienza del secolo appena concluso, mette in evidenza l’utilità della ripresa e dello studio della lezione politica e spirituale di Dossetti negli anni tra 1943 e il 1952; anni in cui fu presidente del Comitato di Liberazione di Reggio Emilia, deputato della Democrazia Cristiana, Costituente e leader di un gruppo politico a cui appartenevano fra gli altri anche Fanfani, La Pira e Lazzati. Il saggio intende presentare le radici teologiche e filosofiche che alimentarono cristianamente l’attività politica di Dossetti. Questa si discosta dall’elaborazione del cattolicesimo liberale di Luigi Sturzo e trova le proprie fondamenta nello sviluppo teologico e filosofico europeo degli anni Trenta alimentato da Congar, Journet e Maritain, che l’Università Cattolica di Milano – nella quale studiò ed operò Dossetti – recepì. Tale radicamento permise a Dossetti di elaborare una presenza moderna dei laici cattolici impegnati in politica, che mostra ancora oggi una sua attualità, specialmente dopo la fine del «mito» dell’unità politica dei cattolici.
Un’istanza, questa, documentata, dal resoconto di Salvatore Falzone, intitolato Nota teologica: Il Vaticano II e l’Azione Cattolica, il quale commenta gli interventi tenuti al convegno che si è tenuto a Roma presso la Domus Mariae dal 7 all’8 febbraio 2014, «Il futuro dalla forza del Concilio. Il Vaticano II e l’Azione cattolica» e che ha messo in luce quale teologia del laicato abbia caratterizzato l’Associazione. Il convegno ha offerto pure le basi per ripensare in senso teologico una esperienza associativa caratterizzata dall’influsso del pensiero di Maritain e Mounier. Intellettuali come Lazzati hanno poi offerto all’Associazione un metodo critico basandosi su alcune indicazioni dell’Ad Diognetum. Dall’econonima generale delle relazioni presentate al Convegno, a giudizio dell’Autore, è possibile affermare che il ripensare l’eredità storica dell’Azione cattolica significa proporre pure una tipologia ecclesiale, una pedagogia del dialogo fra Chiesa e società e, infine, un ricco indirizzo della spiritualità laicale ancora valevole nell’odierna effettualità storica e culturale, che richiede la maturazione di personalità cristiane mature e capaci di realizzare la loro esperienza credente connotandosi come soggetti di azione, di responsabilità e di diritto, non solo nella sfera ecclesiale, ma anche in quella pubblica ancora tutta da delineare.
La pubblicazione della Relazione conclusiva di Carmelo Dotolo, che ha compiuto il suo mandato di Presidente della SIRT e la cronaca dell’Assemblea dei Soci, tenutasi l’1 maggio 2014, presso la Pontificia Facoltà Teologica Marianum di Roma, e che ha eletto il nuovo Presidente Sr. Mary Melone e il nuovo Comitato Scientifico, rendono ragione di un servizio ecclesiale e pubblico che la ricerca teologica, espressa dalla SIRT, offre alla Chiesa e alla società italiane.
Chiude il numero la consueta rubrica dei Libri ricevuti, a testimonianza del fatto che ogni ricerca necessità sempre del contributo di tutti.
Indice
RICERCHE TEOLOGICHE 1/2014
PRESENTAZIONE
STUDI
PASQUALE GIANLUIGI, Le relazioni trinitarie. Forma rivelativa della misericordia per un’etica dell’umano
CALTAGIRONE CALOGERO, Il contributo antropologico di Karl Rahner per la definizione di un «nuovo umanesimo»
GIORGIO GIOVANNI, Contro il relativismo senza essere assolutisti
TUMMINELLI ANGELO, Tragedia storica e silenzio di Dio. Le ipotesi teologiche di Hans Jonas e Luigi Pareyson
FRANCO FRANCESCO, Il giovane Pareyson e le filosofie dell’esistenza
GUMINA ROCCO, Le radici teologiche e filosofiche del Dossetti politico (1943-1952)
SALVATORE FALZONE, Nota teologica: Il Vaticano II e l’Azione Cattolica
CRONACA SIRT
DOTOLO CARMELO, Relazione conclusiva Assemblea ordinaria dei soci della Società Italiana per la Ricerca Teologica – S.I.R.T. Giovedì 1 maggio 2014
GIORGIO GIOVANNI, Assemblea ordinaria dei soci della Società Italiana per la Ricerca Teologica – S.I.R.T. Giovedì 1 maggio 2014
RECENSIONI
CALTAGIRONE CALOGERO, M. Chiodi, Teologia morale fondamentale, Queriniana, Brescia 2014
CALTAGIRONE CALOGERO, C. Zuccaro, Teologia morale fondamentale, Queriniana, Brescia 2013
CALTAGIRONE CALOGERO, G. Piana, Introduzione all’etica cristiana, Queriniana, Brescia 2014
GUMINA ROCCO, V. Alberti, Nuovo umanesimo, nuova laicità, Lateran University Press, Città del Vaticano 2012
GUMINA ROCCO, J. B. Metz, Mistica degli occhi aperti. Per una spiritualità concreta e responsabile, Queriniana, Brescia 2013.