di Clara Aiosa
La terza giornata del simposio è stata caratterizzata, nella mattinata, dalla presenza del mons. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, ospite del santuario di Pietralba, a cui, a nome personale e per conto della Sirt, il presidente, Prof. Carmelo Dotolo, ha dato il benvenuto, in apertura della giornata.
Il mons. Bagnasco con parole di apprezzamento per l’invito a presiedere la seduta, ha manifestato tutto il suo apprezzamento per un’occasione non programmata, ma accolta, da parte sua, con grande piacere. Dopo aver presieduto la preghiera mattutina dell’ora Terza, l’arcivescovo ha rivolto parole di apprezzamento alla Sirt. Ecco in sintesi il suo discorso.
«Il servizio alla Chiesa e ai suoi vescovi richiede un supplemento di preghiera e di simpatia da parte di tutti voi. Sono fiero, anche a nome della CEI, e ho stima del vostro lavoro teologico. Segno di questa stima è la partecipazione della Cei, con il servizio nazionale per il progetto culturale, al vostro lavoro, con un sostegno, anche se piccolo. Tanto più si organizza nel suo pensiero, quanto più l’uomo sente di essere urtato semplicemente dalle verità che contano. Nel momento in cui si coglie l’essenzialità della fede, ne gustiamo intuitivamente la bontà e la bellezza. Compito della teologia è questo: il vostro pensare la fede sia sempre più orientato ala bellezza della fede. L’uomo ha bisogno dell’immediatezza della bellezza che si percepisce con tutta la forza del proprio essere. La teologia è ordinata al servizio delle nostra Chiesa e a servizio della nostra gente. Bisogna ridefinire l’umanità dell’uomo: nel mistero della Chiesa c’è il contagio del volto di Cristo e anche del vero volto dell’uomo. Urge perciò una riflessione antropologica che passi attraverso la riflessione su Dio e la riflessione sulla Chiesa. In questo senso occorre leggere la nota pastorale della Cei, dopo il convegno ecclesiale di Verona: Rigenerati per una speranza viva, che invita la chiesa e i cristiani ad essere testimoni del sì di Dio all’uomo. Oggi siamo posti di fronte ad una sfida educativa epocale: costruire personalità adulte nel segno della razionalità e nel segno della fede. Questa sfida chiama in causa tutti i soggetti educativi e, nello stesso tempo, invita a ripensare la fede. Se mi consentite vorrei ricordare una esperienza del tutto personale. Quando insegnavo affrontavo le tematiche con intelligenza di fede e di amore. Questo atteggiamento di sapore agostiniano, a mio avviso, dovrebbe essere il vero atteggiamento della teologia e quindi dei teologi: rendere efficace la ricerca teologica perché la comunicazione sia più efficace e più penetrante. Vi ringrazio ancora del vostro lavoro e del vostro servizio».
Confortati dalle parole del presidente della Cei, la giornata simposiale è entrata nel merito del tema La Chiesa tra domanda di senso ed elaborazione di modelli. Presiede la seduta il prof.Bruno Secondin; a confrontarsi sul tema specifico: Quale modello di Chiesa?, la prof. Cettina Militello e mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, su due diverse prospettive; da carisma a istituzione (Militello) da istituzione a carisma (Mogavero).
Nel pomeriggio, altre due relazioni: Da quale modello di Chiesa, alla domanda che senso ha la chiesa. Presieduta dal prof. Gianluigi Pasquale la sessione pomeridiana è stata caratterizzata dalle relazioni del prof. Severino Dianich (Istanze dall’ecclesiologia) e del prof. Luciano Meddi(Istanze dalla prassi pastorale).
Alle relazioni è seguito, come da prassi, il dibattito.